Mboi-guaçú
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Portano i cesti con la manioca, le donne,
sfiorando con i piedi le rive del fiume.
Kuambú vede passare Kupahúba
e un fiume immaginario gli percorre
la mente: è una corrente che trascina
in sè tutti i fiume della terra.
Ardeva la sua pelle, chiuse gli occhi
il sole silenziose carezze sul corpo
di Kupahúba, toccando i piccoli seni.
È ancora una fanciulla Kupahúba e lui
dovrà aspettare il rito di iniziazione
amorosa. Con la sua mente viaggia
nell’ aria e tra le nuvole. Ieri ha sognato
un dente che volava e un odore mai sentito.
Sullo spiazzo con le altre Kupahúba si prepara
per essere iniziata. Per tre mesi
lui non potrà vederla. Tutto gira, gira.
lei si avvicina e lui sorride.
Dentro il suo corpo una forza divora
le acque di fiumi e di laghi.
È lui Mboi-Guaçú dai mille occhi
avvincerà e stringerà Kupahúba
ma l’Amore Attenuerà la forza.
“Vattene, Mboi-Guaçú”. Implora Kupahúba.2
Flauti e maracas cominciano a suonare
ritmo lento all’inizio, poi frenetico.
Kuambù pensa alla profezia: “Kupahúba
sarà amata dal mito” vuole gridare
ma nessun suono arriva alla gola.
Tutto cominciò al mattino.
Il tempo prometteva pioggia.
Dal cajueiro odorosi i frutti pendevano
nell’umida e densa calura:
Kupahúba attrasse Mboi-Guaçú,
serpente-arcobaleno, con il suo incanto.
Lui farà offerte alla divinità giaguaro
perché mantenga sempre vivo in lei
il fuoco del suo desiderio
e morbida la sua pelle.
Vivande e offerte di fiori nel rituale
brillanti i mille occhi di Mboi-Guaçú
toni d’azzurro e turchese e giallo
illuminano gli abbracci.
Questo è un fuoco che vuole proseguire,
sostanza sessuale del sole,
che penetra
le bacche profumate di araticum
e con il suo profumo
diviene più seducente.
“portami con i miei mille occhi fra le stelle
fa che un altro guerriero, un dio terreno,
non possa guardarla”.
Prega Mboi-Guaçú e inizia
il suo cammino lungo il corpo di Kupahúba.3
Kupahúba ora crede di sognare
neppure ha salutato la pintassilga
né la saracura. Tutti conoscono
la devastazione che al suo passare
Mboi-Guaçú lascia in un villaggio.
Senza pietà il tempo scorre nel corpo
di piante e animali, Mboi-Guaçú
ha perduto i suoi colori accesi,
solo il brillio dei suoi occhi rimane
sotto il chiarore lunare.
Dondolato dal vento, il muricì
scrolla i frutti dai rami.
sconvolte le bestiole che abitano
gli alberi, vivono lo scompiglio.
Ora il canto si fa sempre più alto
dai maracas i pajés intonano invocazioni.
Il sole si insinua con i suoi raggi
lo accompagna il canto degli uccelli
il grido degli animali. E la foresta
respira. La foresta respira sollevata.
Mboi-Guaçú è scomparso.Márcia Theóphilo – 1999